lunedì 26 agosto 2024

Il sabato delle streghe

Questa è una storia vera che si raccontava dalle parti di Pieve a Elici, sulle colline fra Massarosa e la Val Freddana. Il protagonista è un giovane fabbro che ogni giorno andava a Gombitelli a fabbricare i chiodi. Tornava a casa tardi la sera e doveva fare un pezzo di strada a piedi. Una sera d’estate vide due giovani ragazze lavorare nel giardino di una casa che da tempo era abbandonata. Rimase stupito, ma proseguì oltre. La sera dopo rivide di nuovo quelle ragazze lavorare in un giardino rigoglioso di fiori e di frutti di ogni specie, ma anche quella sera proseguì oltre. La terza sera decise di fermarsi e di presentarsi a quelle giovani e belle signorine che lo accolsero molto familiarmente. Così dopo pochi giorni il fabbro si fidanzò con una di loro e tutti i sabati le andava a trovare, ma quando arrivava la mezzanotte gli dicevano che era l’ora che tornasse a casa.
Una volta il giovane fabbro si insospettì e invece di andare a casa si nascose dietro un olivo. Dopo pochi minuti le due ragazze uscirono di casa e presero il sentiero che scende verso il Fondaccio. Il giovane le seguì e vide che in fondo al bosco c’erano dei lumi accesi e al suono di una musica misteriosa, tante ragazze ballavano e si toglievano dal seno tanti fiori che lasciavano cadere a terra dicendo: “Ballate allegramente al sabato delle streghe!”.
Il giovane fabbro raccolse un fiore e se ne tornò a casa. Non disse nulla nei giorni seguenti, ma il sabato sera, quando tornò a trovare la sua fidanzata, aspettò la mezzanotte e quando la fidanzata-strega gli disse di tornare a casa, lui le mostrò il fiore e le chiese se doveva tornare al Fondaccio a ballare con le streghe. Da quel giorno le ragazze sparirono e il giardino di quella casa ridiventò di nuovo pieno di pruni ed erbacce.
” (1)


Nota:

1. Testimonianza orale anonima raccolta nell’estate del 1999 a Pieve a Elici e riportata fedelmente da Paolo Fantozzi in Storie e leggende delle colline lucchesi, pag. 120.

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