martedì 6 agosto 2024

I Doni innati della Strega

Il sentiero notturno della strega si muove attraverso strade invisibili, interiori, misteriose. Strade nelle quali il mondo interno si intreccia a quello esterno, e i contorni che definiscono la realtà comune si assottigliano e sfumano in quella intangibile, dove abitano le entità ultraterrene.
Come parte della sua pratica, la strega impara a camminare sul limine, la soglia che unisce i due mondi, ovvero a sentire, riconoscere e comprendere i suoi segni, i suoi messaggi, le sue rivelazioni.

Per camminare sul limine e nutrire la sua saggezza, la strega di dedica a sviluppare i suoi doni innati.

Istinto
Intuito
Ispirazione

La parola istinto proviene dal latino instinctus, participio passato di instinguere, composto dalla particella in, “dentro” o “verso”, e stinguere, dalla radice stig che ha il senso di “pungere”, “premere con la punta”. L’istinto richiama dunque la sensazione di sentirsi pungere dentro, ovvero di ricevere uno stimolo, una spinta spontanea, un impulso viscerale, traducibile come una esortazione interiore a fare o non fare qualcosa.
Crescendo in una realtà disincantata e volutamente insensibile agli impulsi interiori, l’istinto tende a regredire e a tacere. La strega impara a risvegliarlo, a percepirlo con sempre maggiore chiarezza e a seguire i suoi suggerimenti.
Ascoltando l’istinto, lei ascolta se stessa, e sa quali siano le scelte giuste da compiere, la direzione verso la quale muoversi, il modo in cui agire, cosa o chi evitare oppure accogliere.
In virtù del suo istinto, la strega cammina con passo sicuro, anche quando calano le tenebre e la luna scompare.

La parola intuito deriva dal latino intúitus, participio passato di intueri, termine composto da in, “dentro”, e tueri, che significa “vedere” o “guardare”. Intuire significa quindi guardare dentro, e indica la capacità di vedere dentro le cose e scorgere ciò che si nasconde sotto la loro superficie o la loro apparenza.
Un intuito sviluppato permette la percezione spontanea, spesso immediata e inaspettata, di informazioni e messaggi sottili, o la comprensione improvvisa di qualcosa che era parso indecifrabile. Una intuizione può essere infatti considerata una interazione fra la dimensione invisibile o interiore e un intelletto lucido e ricettivo. La strega impara a mantenere aperto e limpido il loro canale di comunicazione, e quindi ad ascoltare ciò che le perviene.
Se necessario, alle intuizioni può seguire una loro accurata interpretazione o la ricerca del possibile significato di simboli e immagini che tramite esse si sono mostrati.

La parola ispirazione, da ispirare, deriva dal latino inspirare, composto dalla particella in, “dentro” o “sopra”, e spirare, “soffiare”. Ispirare significa quindi soffiare dentro, o anche essere attraversate da un soffio che pare provenire da sopra, dall’alto – o da un mondo altro. L’ispirazione è qualcosa che arriva da sé, spontaneamente, e pervade dentro come un respiro luminoso. Infonde un messaggio, una visione, una idea, e spesso induce a dar loro forma attraverso la creazione o la comunicazione.
La strega impara ad aprirsi all’ispirazione, a cercarla dentro e attorno a sé e a lasciarsi riempire da essa, dando alla luce ciò che lei le suggerisce. La magia ispirata, ovvero soffiata dentro dall’anima o dalla dimensione invisibile, è per lei la più potente.

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Ciò che accomuna i doni innati della strega (1) è che ognuno di essi accade dentro, in modo spontaneo, inatteso, immediato e irrazionale. La mente non ha il tempo di intervenire per analizzare e vagliare le informazioni sottili che arrivano improvvisamente, in modi che esulano dal suo controllo, in quanto la comunicazione dell’anima e delle dimensioni invisibili è molto più rapida dei tempi di ragionamento e reazione cerebrali.
La mente razionale svolge il suo ruolo indispensabile solo in un secondo momento, quando prende coscienza dei messaggi ricevuti, li comprende o ne interpreta il possibile significato, e di conseguenza decide come comportarsi.

Fa parte delle pratiche essenziali della strega risvegliare e accrescere le sue abilità ricettive, ascoltare ciò che le parla dentro, lasciarsi guidare e fare ciò che sente, in modo sempre consapevole e responsabile, con saggezza ed equilibrio. In questo modo lei accresce il suo potere naturale, innato, rendendo forte il suo legame con la sua anima e il mondo invisibile, e magica la sua vita. (2)

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Note:

1. Il termine innato proviene dal latino innatus, participio passato di innascere, composto dalla particella in, “dentro”, e da nàsci, “nascere” ad intendere qualcosa che nasce dentro di noi, insieme a noi. Non qualcosa di acquisito, ma di insito in ognuna di noi.
Con doni innati si intendono pertanto le doti naturali ricevute dalla nascita, che tuttavia possono essere più o meno latenti. Nonostante siano innate, infatti, non significa che siano attive. Occorre che la strega le risvegli e le alleni perché inizino a funzionare e ad agire in lei e con lei, al servizio della saggezza.

2. Per i riferimenti etimologici è stato utilizzato il Vocabolario Etimologico della Lingua Italiana, di Ottorino Pianigiani, Albrighi & Segati, Milano, 1907

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Testo di Laura Violet Rimola. Nessuna parte di questo testo può essere riprodotta o utilizzata in alcun modo e con alcun mezzo senza il permesso scritto dell’autrice e senza citare la fonte.

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